Mercoledì delle Ceneri

“Il digiuno, la carità e la preghiera fonti di salvezza”

Con questo giorno santo di penitenza e di digiuno, ci introduciamo nel tempo quaresimale, tempo di deserto e di preghiera. Nella Sacra Scrittura il deserto è il luogo della prova, della fame, della,sete, della paura, del dolore, ma anche della alleanza. Perché lì, è dove l’uomo riconosce tutta la sua piccolezza, dove ha paura, dove sperimenta che nessuna cosa al mondo è in grado di donargli la vera felicità. Lì fa esperienza che Dio è tutto, e che solo Lui può trasformare quella tristezza in gioia, quel dolore in via di salvezza. Il deserto sono le malinconie e le angosce, le paure, le speranze e i sogni infranti, le preoccupazioni che procurano affanno e sconforto. Il deserto è la malattia che corrode lentamente il corpo umano.

La Quaresima, è il tempo forte per eccellenza del calendario liturgico. Tempo di conversione e di ritorno a Dio. Dura quaranta giorni e si articola in cinque domeniche. Il cammino quaresimale evidenzia due caratteri importanti della vita cristiana: è un tempo battesimale in cui riscopriamo il significato del Sacramento ricevuto, e un tempo penitenziale in cui il battezzato è chiamato a crescere nella fede, attraverso una conversione (cambiamento) continua della mente, del cuore e della vita, espressa con il sacramento della Riconciliazione. La Chiesa, in questo itinerario di rinnovamento interiore, ci propone alcuni impegni: un ascolto più assiduo della parola di Dio, una preghiera più intensa, il digiuno e l’elemosina.

Il gesto della imposizione delle ceneri viene dalla tradizione ebraica. Le ceneri sono ottenute bruciando i rami dell’ulivo benedetti nella Domenica delle Palme dell’anno precedente. Le ceneri ci ricordano la nostra condizione umana, la nostra fragilità e ci sollecitano ad un cambiamento: “Convertitevi e credete al vangelo” – dice il sacerdote a ciascuno di noi.

Il colore liturgico di questo tempo è il viola: è il colore della penitenza, dell’umiltà e del servizio.

Valori da vivere: rinnovare il mio abbandono filiale nelle mani di Dio.

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